Massimo Guadagni, ovvero: facciamo i conti con l'oste

Incontro Massimo nella sua osteria-enoteca ad un passo da piazza S. Marco, a Venezia.
Non ha per nulla l’aspetto tipico dell’oste, o dell’atleta che dopo il ritiro dalle competizioni si è lasciato andare.
“Anche i miei soci, sono tutti asciutti. Penso che nessuno passi l’8% di massa grassa!”
Sempre competitivo, Max! A maggior ragione, però, il tuo ritiro a molti è sembrato strano: si sapeva che i tuoi tendini non erano a posto, sicuramente c’era già nell’aria l’idea del ristorante... c’era anche dell’altro?

“Beh, il tendine d’Achille era ormai da operare, il ristorante era un’idea concreta e anche la motivazione cominciava a scemare. Quella che io chiamo “incoscienza”, quello stato mentale che ti permette di affrontare strapazzi in allenamento e un regime disciplinato per fare la vita che ogni triathleta vorrebbe fare era intatta, ma era ormai chiarissimo che il triathlon non mi avrebbe dato sbocchi professionali per campare. Ho fatto quindi una scelta: un bel viaggio da turista alla fine dell’ultima stagione, uno stacco completo e poi...”

...operazione al tendine e via con il ristorante...

“I primi mesi sono stati durissimi! Ora la cosa è avviata, e si riesce a respirare (i soci annuiscono con vigore da dietro il banco del bar!)”

Adesso però sono curioso: uno al tuo livello, che di sicuro non poteva permettersi di svolgere un’altra attività, davvero non riusciva pagarsi l’affitto?

“Fai tu stesso due conti. L’anno nel quale mi sono piazzato terzo ai mondiali di lungo a Sater, la mia stagione migliore anche come “incassi”, ho incamerato circa 25 milioni di vecchie lire, e nel conto metto i soldi spesi per andare a gareggiare in Nuova Zelanda e alle Hawaii... La realtà italiana è davvero piccola, e anche all’estero l’impressione è che non ci siano ponti d’oro per i triathleti, anche se la situazione è migliori in molti posti. Danilo Palmucci diceva sempre che mi sminuivo, che facevo poco “marketing”, ma tant’è!”

Quindi i soldi non sono mai stati la tua molla...

Road to Cona

Le interviste possibili

T Time

Self Made WoMan

News

Finiscer!

Home

Massimo Guadagni è una bandiera del triathlon italiano.
Veneziano del Lido, ha appesi alla cintura portanumero due titoli italiani di lungo, un campionato assoluto a squadre, 4 vittorie nella stupenda e dura gara di Idro, piazzamenti nei primi dieci negli Ironman di Nuova Zelanda e Canada, onorevoli gare da pro a Kona e un terzo posto ai mondiali di lungo di Sater, in Svezia.
E’ una delle persone più disponibili, gentili e sveglie che IronMauro abbia incontrato nelle zone cambio, a dimostrazione che macinare settimanalmente 20 km a nuoto, 500 in bici e 100 a piedi come faceva Massimo al suo top non è causa di rimbambimento come taluni credono.
“No. La sfida è sempre stata quella con me stesso. Agonismo, ok, bava alla bocca in gara sempre, ma da buon introverso il mio termine di paragone sono sempre stato io”

Introverso?!?!?

“Sì! Sono persona di compagnia, ma fino ad un certo punto, poi mi chiudo a riccio. Ho bisogno delle persone, però, di starci in mezzo. Se non avessi mezzo mondo che viene qui nel mio locale, impazzirei. Da ex zingaro dello sport, sempre a gareggiare per il mondo, puoi immaginare che è una continuità di contatto che mi è necessaria”

Ma allora il triathlon ti manca...

“Sì! Anche se so bene che non potrò tornare ai livelli di prima, fra il tendine e il minor tempo a disposizione, quando avrò finito la riabilitazione tornerò a gareggiare. Già ora riesco a fare qualcosa ogni giorno. Ogni tanto resto un po’ così, sai, dopo 50 km in bici adesso mi fa male il collo, ma la voglia c’è sempre - la motivazione nei confronti della sfida con me stesso è intatta. Mi manca quel senso di condivisione con gli altri atleti, l’arrivare sul posto prima della gara, gli amici che vedi tre volte l’anno ed è sempre grande festa... Penso proprio che tornerò a fare qualche ironman!”

Bene Massimo, ti aspettiamo, allora.
Le fila di chi se ne impipa di classifiche e punti sono destinate a veder crescere ancora il loro tasso di classe.
Questa è l’insegna dell’osteria che Massimo gestisce a Venezia, in Frezzeria, vicinissimo a S.Marco. Triathletes welcome!