Petriathlon

di Paolo Ghinelli

Era da tempo che Dino martellava con questa iniziativa, che lui definisce eno-gastronomico-cultural-sportiva, ovvero ogni pretesto è buono per far casino, e quindi avevo segnato già da un po’ sul mio calendario sportivo questo sabato dedicato al “Club dei Brutti”, del quale faccio parte ormai da anni, econ il quale ho partecipato ad iniziative multisportive di ogni genere.

Arrivo presso gli impianti della “Canottieri” verso le 9.30, per questo promo-tri fra amici, e vedo già in lontananza i cartelli ed il fettucciato tipico delle “gare serie” e conoscendo Dino, la cosa mi ha incuriosito ed insospettito al tempo stesso: infatti la prima persona che incontro, ancora prima di parcheggiare la macchina è Michele (Vanzi, ndr), fresco Campione Europeo M3, che sta facendo riscaldamento, e con lui scopro altri compagni di trasferte sportive sempre della zona! Capisco subito che oggi ci si divertirà.

Faccio due passi per andare a farmi assegnare un numero, visto che gli altri l’hanno già fissato al portapettorale, salutando anche amici di vecchia data che rimontano in sella dopo anni di distacco dal TRI, quando lo speaker urla dall’altoparlante che fra 5 minuti si parte! Mi danno sia il pettorale, che la cuffia numerata (oltre che spille ed elastico), corro a gonfiare le ruote e mi precipito spogliandomi alla Z.C. autogestita (ovvero: - metti la bici sotto il portico dove trovi posto!), sistemo il necessario e mi informo dove dovrò andare nelle successive frazioni, mentre mi avvicino alla vasca.

La metà dei partenti indossa la muta, compreso Dino, nella classica tenuta natatoria “modello Tafazi”, col quale ho l’onore e l’onere (vista la sua velocità in acqua al limite del galleggiamento…) di condividere la corsia: occhialini in faccia e via!

Parto senza riscaldamento per la prima frazione di 1km, ma poco mi importa, riesco a tenere a portata di qualche bracciata i più forti, e penso che recupererò un po’ quando loro dovranno sfilarsi la muta che io ho lasciato in macchina. Fortunatamente ci sono anche gli addetti per contare le vasche, perché il fatto di doppiare Dino ogni 2 vasche e mezzo circa, mentre si sparpaglia in virata, mi ha fatto perdere il conto e non so più quanto manca per uscire, ma appena vedo i leader in piedi, mi tuffo fuori dalla vasca e corriamo alla bici.

Qui, fra incitamenti reciproci e saluti agli ultimi amici appena arrivati, sfoggio il repertorio completo degli errori che si possono commettere al primo cambio, tanto che il duo Michele e Micio dotati di muta, non solo escono prima di me, ma mi danno pure 50 metri!

Saliamo sull’argine fra gli incitamenti degli astanti per la seconda frazione, ed inizio l’inseguimento “a busso”, ma nel primo tratto non riesco a fare altro che mantenere il distacco. Ci incrociamo al giro di boa “insultandoci”, poi sino al secondo cambio mi staccano di altri 100 metri abbondanti.

Il secondo cambio mi riesce meglio, e ci rimettiamo sull’argine per l’ultima frazione di 4km, ma questa volta si va sullo sterrato, che sorprendentemente affronto con una velocità e scioltezza di gambe inconsuete per me: infatti dopo qualche minuto ho ripreso il Micio (che a Venezia mi ha bastonato e a Grado le ha prese da me: 1 a 1!), e spontaneamente decidiamo di procedere in scioltezza sino al traguardo, che tagliamo insieme! Veniamo battuti solo da Dino che arriva alle nostre spalle in volata… in bici, e appena messi i piedi a terra, ruba il megafono allo speaker, per sottoporre la sua prosecuzione nella terza frazione ad un sondaggio fra i presenti che, privi di senso caritatevole e spietati come dei boia, lo obbligano a terminare la prova di corsa!

Appena tagliato il traguardo veniamo accolti dal ristoro della Floriana, vulcanica organizzatrice di eventi sportivo-culinari (memorabili i ristori autogestiti al Tronchetto dopo la Venicemarathon che vanno dai panini al salame, sino al limoncino, passando per ogni genere di torta, per finire col caffè fatto sul posto), che ci affetta il salame offrendoci le più classiche torte con thè caldo! Così fra un panino, un complimento, una presa per il c... ed un altro panino, ci informano che Mirco (il più forte Ironman della provincia…) essendo arrivato in ritardo, è appena sceso in vasca per fare la sua gara: Michele, essendo stato contagiato dal “patto di non belligeranza” fra me ed il Micio, non ha tirato nell’ultima frazione e quindi fra una imprecazione in lingua locale ed una colorita considerazione tecnica sulla gestione della sua gara, sente già che verrà scalzato dal gradino più alto del podio! A nulla servono le angherie cui sottoponiamo Mirco al primo cambio, né l’accorato invito a mettersi in posa per la foto di gruppo durante il secondo, per evitare che arrivi primo.

In attesa della stesura delle classifiche, veniamo invitati a presenziare ad una mostra di quadri allestita per l’occasione, con una piccola conferenza illustrativa allegata, oltre ad un accorato invito a sostenere una lodevole iniziativa in favore di bambini russi, che combattono ancora con i problemi collegati all’incidente di Cernobyl.

Poco dopo si svolgono le premiazioni, per tutti i partecipanti ovviamente, a base di prodotti di largo consumo, maglia del “Club dei Brutti” dedicata all’evento, e bacio della Miss per coloro che sono saliti sul podio, quindi mi tocca, ex-aequo, ma mi tocca!

Ah dimenticavo, tutto questo per la ragionevole cifra di… un GRAZIE DINO!


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Corre l'obbligo alla redazione di fare qualche chiarimento.

Il Dino che ricorre nel bel resoconto di Paolo che leggete qui a lato è nientepopodimenoche Dino Petri (da qui il suo Petriathlon), un pioniere delle multidiscipline in Italia.

Da tempo immemore organizza, catalizza, promuove e fisicamente mette in opera un'iradiddio di manifestazioni multisportive e podistiche sotto l'egida delle società ferraresi di cui ha fatto/fa parte (è o non è Ferrara una delle capitali storiche del triathlon italiano?). Sono noti i suoi raid in macellerie e panifici per rastrellare la materia prima dei pacchi gara. La fama di Dino è planetaria: se ne è occupato con un articolo addirittura la rivista americana Slowtwtitch, e universalmente Dino è noto come uno dei più attivi responsabili del Club dei Brutti, con il quale ha promosso iniziative culturali di assoluto spessore.

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Il Petriathlon ultimo scorso si correva su distanze particolari. Dino propugna una teoria secondo la quale le distanze del triathlon andrebbero riviste nelle loro proporzioni per proporre uno sforzo equilibrato tra le due discipline. Se la cosa risulterà di interesse forniremo dati più approfonditi, per ora vi basti sapere che Dino vorrebbe lanciare il "record dell'ora": venti minuti per disciplina, sulle distanze quali 1/8/4. Una sorta di prova di regolarità? Quando riusciremo a rintracciare il grande Petri gliela proporremo

A detta di molti dei partecipanti al Petriathlon con proporzioni "aggiustate", comunque, il nuoto risulta avere una maggiore "importanza" quanto a entità di energie profuse. E noi a far polemica sempre e solo sulle scie: Petri, sei troppo avanti!