Ode al mio diario degli allenamenti dalle colonne di Transition Times, novembre 2000.

Un tempo, quando ero giovane e avevo i grilli per la testa, tenevo un diario. I miei pensieri, le mie speranze, la mia rabbia, piccoli e grandi successi vi trovavano posto. Poi, una volta divenuto meno giovan ma ancora più speranzoso, quel diario è diventato un diario degli allenamenti.

Decisi di tenere un diario simile per le mie corse, giusto per prendere nota degli infortuni e delle mie lagne - sublimavo i miei problemi nella corsa, ed era facile ed appagante nascondere tutto in un quadernino.

Dopodiché, scoprii il triathlon. Essendo affascinato dal fatto che il triathlon fosse di più della somma dei tre sport che lo componevano, iniziai con entusiasmo a organizzare un nuovo diario degli allenamenti. Più complesso, certo, ma di sicuro presto ricco di nuove soddisfazioni... Macché.

Tutto l'entusiasmo delle gare e degli allenamenti dei primi anni non trovava corrispondenza in quel diario, accuratamente costruito con tutti i suoi spazi organizzati su misura, ben leggibili. Era freddo, freddissimo. Frasi come "grande giro in bici: stao in scia a un profesionista 5 minuti, prima di morire" mi ricordavano un gran momento, ma letto sembrava l'esperienza di qualcun'altro.

Perché? Ora lo so. Mi ci è voluto un ironman finito, uno fallito e un matrimonio (il mio). Un diario degli allenamenti è tutto diverso da uno normale. I diari sono per te, quelli per gli allenamenti no. Questi sono letti dall'allenatore per controllare i tuoi allenamenti. Sono letti da tua moglie/marito per capire perché ti alleni a quell'ora tremenda del mattino, e scoprire che lo fai perché così si può mangiare insieme (qualcosa che "ti amo" non sa dire). Dice anche perché ti fai male, o se vai bene regolare secondo i piani, ma... tutto ciò è quasi secondario.

Un diario degli allenamenti di un triatleta dice moltissimo del suo sforzo di bilanciare lo sport più bello del mondo con una vita che vuole essere la migliore possibile. Vi suona strano? Provate a leggere il vostro, se l'avete, o quello di qualcun'altro come se fosse un romanzo.

Poi fatemi sapere!

Mauro Mongarli

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