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Dopo il 20esimo si lascia il lago e fino al 30esimo il panorama comincia a farsi più alpino (goderselo è d'obbligo), ma ancora si spinge abbastanza "in pieno". Poi, si sale, è tutto concentrato in circa 4 km. Anche nel dettaglio della salita (cartina sotto) non si nota bene come in sella il fatto che la salita è divisa in tre gradoni, tra i quali c è un po' di tempo per tirare il fiato. La pendenza è decisa all'inizio, dove si passa attraverso un paese "very supportive". Poi si rifiata e si va ancora su bene, (max pendenza intorno al 10%), poi si rifiata e c'è l'ultimo tratto, di quelli carognetta in quanto lo scollinamento sembra sempre oltre quel prato lì, così verde.
Poi però la discesa, dopo il ristoro, comincia subito, e ti lascia recuperare ampiamente prima di affrontare un tratto vallonato che è decisamente più duro da vedere qui in cartina. Si attraversa un bosco, gli spazi sono ampi, il consiglio è quello di rilassarsi. Se volete proprio spingere, la discesa è in massima parte pedalabile, con un paio di curve strette ma ben segnalate. Si finisce in un tratto praticamente di autostrada, prima di entrare in città: qui conviene spingere, è in leggera discesa e si arriva di slancio ad iniziare il giro seguente.
Occhio: tre giri sono tanti. Il primo va via che è una bellezza, ma non fate i Peter Reid: il rischio di spinger la bici all'ultima rampa del terzo giro, sotto un sole che ti spacca è notevole, se non ci si amministra bene!
